ELBAVIDEO youtube






Storia

Cenni di Storia su Pianosa
Pianosa è, dopo l’Elba, l’Isola dell’Arcipelago Toscano sulla quale si sono rinvenute in maggior copia vestigia di epoche preistoriche. L’uomo preistorico aveva diversei insediamenti in alcune grotte naturali a Punta Secca, Cala Giovanna, Cala della Ruta e nella famosa Grotta del Cortini, dove nell’800 furono rinvenuti manufatti litici e resti di diversi animali con tracce di combustione. Altre presenze di natura umana risalgono al neolitico con ritrovamenti di ossidiana. Alcune sepolture scavate nella roccia sono ulteriore testimonianza della presenza umana, risalenti all’era eneolitica di 3000 anni fa. L’epoca romana è quella che ha lasciato la maggior parte dei reperti archeologici, risalenti all’età Augustea, quando Agrippa fu esiliato nell’isola (7 d.c.).

Dopo la morte di Agrippa Pianosa rimase disabitata fino all’insediamento di una comunità cristiana del III-IV sec. D.c. Le ragioni di questo insediamento sono ancora sconosciute, ma si pensa furono portati in un primo tempo a lavorare come schiavi nelle cave di pietra. Altra ipotesi invece è che vi siano andati di proposito per professare tranquillamente la propria religione. Del periodo ci resta, in prossimità del piccolo paese, una vasta catacomba utilizzata come sepolcreto. La struttura ha almeno 500 loculi ed una superficie di c.ca 1000mq, testimonianza del prolungamento della vita di un numeroso insediamento. Nel medioevo fu la Repubblica Marinara di Pisa a detenere il possesso dell’isola e a crearvi un piccolo borgo. Il paesino che sorgeva presso l’attuale porticciolo ebbe un’esistenza difficile e tormentata. I 50 focolari ospitati sulla penisola davanti allo scoglio della Teglia furono depredati più volte e durante i contrasti fra Pisa e Genova furono i Liguri a distruggere il borgo, imprigionando gli abitanti. Sotto il dominio degli Appiani l’abitato risorse circondato da mura e protetto da una torre. Nel 1553 però una squadra di galee del pirata Dragut, dopo un breve assedio, distrusse le difese a colpi di cannone e prese il villaggio. Nei tre secoli successivi Pianosa rimase disabitata: vi si recavano gli Elbani a praticare un po’ di agricoltura e a fare legna.

Fu Napoleone a nutrire un certo interesse per uno sviluppo agricolo dell’isola. Il suo progetto fu raccolto da una società che a partire dal 1835 prese Pianosa in affitto, cercando un ritorno economico dell’attività agricola. Il progetto naufragò e nel 1858 il Governo Granducale vide l’unica forma di impiego nella creazione di un carcere per minorenni trasformato poi in colonia penale agricola dopo l’unità d’Italia. Sul finire del XX sec. Alcune strutture detentive di Pianosa sono state trasformate in carcere di massima sicurezza. E’ a quel periodo che risale il grande muro di cemento armato che separa il paese dal resto dell’isola-carcere. Nel 1998 il carcere viene dismesso e Pianosa aperta al pubblico nel 1999 con visite contingentate e guidata visto che si tratta Parco Nazionale.

Arrivando a bordo dell’imbarcazione la prima cosa che possiamo notare è il Forte Teglia, imponente struttura che volle Napoleone I come baluardo di difesa dell’isola, ponendovi un mortaio e due piccoli cannoni. Questo edificio era in origine ben diverso e più piccolo dell’attuale. Prima del 1858 non esisteva nulla sulla superficie. Attualmente è occupata due grandi sale, il bar e il cinema; una grotta per polveriera doveva trovarsi all’incirca all’altezza dell’attuale ingresso, mentre sulla estremità Nord, dove ora è la statua della madonna, vi era la batteria a piattaforma voluta da Napoleone. Ancora sotto di esso si possono vedere alcune antiche grotte una volta abitate, una delle quali, sull’unico muro artificiale, porta numerose scritte risalenti agli ultimi anni dell’800.

E’ stata la prima caserma dell’Isola, e durante la prima guerra mondiale ospitava i militari italiani. Fino agli anni sessanta vi era la caserma dei carabinieri. L’ultima sostanziale modifica è stata effettuata nel 1951 costruendo una pista da ballo all’aperto utilizzata anche come cinema all’aperto. Da quando non è più stato utilizzato come caserma, il Forte Teglia ha rappresentato il punto d’incontro principale per i Pianosini.