La flora di Pianosa ha subito, a varie riprese, dei cambiamenti profondi. All’epoca romana l’isola fu estesamente coltivata, ed ebbe orti e giardini. In seguito, alternativamente deserta e ripopolata, è stata sede di lotte ripetute fra la macchia invadente e l’uomo che che cercava di distruggerla per il bisogno di fare legna e per dissodare il terreno. Gli animali che vi si mandavano dall’Elba hanno inoltre contribuito a modificare la flora, distruggendo alcune delle piante della macchia mediterranea. All’azione dell’uomo e degli animali si deve senza dubbio la distruzione quasi totale di varie piante arboree. In Pianosa sono stati presenti, in alcune epoche, dei folti boschi, e questo è comprovato da documenti del XVIII° secolo. Appena sbarcati si rimane colpiti dalle bianche distese di alisso odoroso e dalla vistosa fioritura della diplotaxis e del fico d’india. Visitando Pianosa si osservano alcune specie di fiorstella, la Coronaria, le sette specie della Fumaria di cui alcuni campi sono letteralmente coperti, la Matthiola incana che colorisce in viola o paonazzo qualche rupe, mentre altre si tingono di giallo per i fiori del lotus cytisoides. I rosmarini sono di un celeste chiaro in concorrenza con i Teucri, i Cisti cosparsi di stelle bianche e rosee. Troviamo inoltre la Lonicera Intricata con i suoi fiori profumati, l’Anthemis Maritima, grandi corolle rosee di vilucchi, la Soldanella di mare,l’Orchidea a farfalla e l’Aglio cigliato, infine il Rubus e il Clematis.